(Alcune) generalità sul Sumo e i suoi misteri
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Il sumo, uno “sport” quasi divino che intriga e affascina ben oltre il Giappone. La sua origine è antichissima (per darvi un'idea è un po' come organizzare le giostre cavalleresche allo Stade de France), resta tuttavia incredibilmente popolare nell'arcipelago dove ogni lottatore è un idolo rispettato, ogni torneo un vero e proprio evento ( televisivo, ovviamente) attirando migliaia di persone, e con questa tradizione non si scherza .
È difficile spiegare, anche a grandi linee, il funzionamento di questo sport estremamente codificato, le cui radici si mescolano con le pratiche religiose shintoiste giapponesi. Una cosa è certa: alla prima partita non capirai molto. I rikishi ("lottatore", nome più accurato di quello dei sumotori spesso sentito all'estero), provenienti da diverse scuderie comunitarie molto rigide, seguono una serie di rituali pittorici – che a volte faranno pensare a passi di danza – difficili da comprendere per i non addetti ai lavori.
Se comprendiamo che l'obiettivo è espellere l'avversario fuori dal Dohyô (l'arena di 4,55 m appunto), questa fase finale e liberatoria costituisce solo una frazione di ogni incontro: più del combattimento stesso. Assistiamo anche ai basho (tornei, lì). sono sei in un anno, a rotazione nelle principali città giapponesi) mentre ci godevamo una cerimonia religiosa dai toni guerrieri.
Benedizione degli dei, repulsione degli spiriti maligni e purificazione (da qui il famoso sale gettato per terra): è infatti un vocabolario mistico che va utilizzato anche se apprezzeremo anche le tecniche di intimidazione e di lotta dei migliori combattenti ( yokozuna e ozeki in testa) che non sono aneddotici - tutt'altro, con questi pesi massimi il cui peso medio è ancora di 150 kg!
Ogni stagione, la folla si accalca per assistere alle gesta dei loro mezzi uomini e mezzi dei preferiti, in un'atmosfera che da sola vale il viaggio. Trascorriamo lì l'intera giornata per assistere ad ogni confronto che deciderà la classifica generale. Non dimenticare, ovviamente, di portare la tua bento box o di provare il chanko (un nabe che è la base della dieta dei rikishi ) per chi ha un appetito maggiore. E poi non dimenticare i musei, i bar, i ristoranti in loco... c'è tantissimo da fare nei giorni di basho !
I tornei mantengono senza dubbio il loro aspetto originario e la gente viene ancora lì soprattutto per divertirsi e socializzare. Oppure immergetevi in un'atmosfera eccezionale e inebriante durante un viaggio, come un certo presidente francese ... ^^